L’attualità della politica, della cultura, dello sport, dello spettacolo raccontata dai protagonisti nel nuovo programma di Daria Bignardi. Da stasera alle 23.40 su Raidue.
“C’è chi ha qualcosa di nuovo da raccontare e c’è anche chi non conosco, ma sono curiosa di incontrare”. Curiosità e novità: Daria Bignardi sintetizza così l’ “anima” del suo “L’Era glaciale". Un titolo “scelto – dice – perché suona bene e perché glaciazione e disgelo sono movimenti lenti ma inesorabili. Perché ‘L’era glaciale’ viene prima delle ‘Invasioni Barbariche’ e dei ‘Tempi Moderni’, i miei programmi ai quali sono più affezionata”.
Dodici puntate, un’ora e mezza di “incontri” con tre o quattro interviste a personaggi legati all’attualità della politica, dello spettacolo, della cultura e dello sport. Parole, ma anche immagini dalle Teche Rai e servizi prodotti dal gruppo di lavoro della Bignardi che promette di portare su Raidue il proprio sguardo sul mondo: curioso, a tratti tagliente e ironico, ma sempre garbato. Il progetto prevede anche una ripresa dopo l’estate e un ciclo di prime serate.
Il programma - realizzato dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano nello studio M1 di Via Mecenate – è aperto da una sigla firmata da Gipi, uno dei nomi più apprezzati della graphic novel europea, alla sua prima animazione.
Curiosità e novità che si mescolano nelle scelte degli ospiti della prima puntata: Luciana Littizzetto, Giovanni Galli, Roberto Mancini e Roberto Bolle.
“Mi piacerebbe mettere Luciana Littizzetto accanto alle migliori giornaliste italiane” ha scritto una corrispondente del Financial Times. E partendo da questa definizione provocatoria, Daria Bignardi incontra la Littizzetto e il suo sguardo sull’attualità.
L’ex portiere Giovanni Galli - appena candidato da Silvio Berlusconi a Sindaco di Firenze – racconta invece, per la prima volta in tv, la sua nuova discesa “in campo”: dal calcio alla politica, mentre – dopo un anno di silenzio - l’allenatore Roberto Mancini parla della fine della sua storia con l’Inter.
Infine, cosa c’è nella danza e “oltre” la danza con un’intervista - ritratto al primo ballerino del mondo, Roberto Bolle.
L'INTERVISTA
“L’era glaciale”. Perché questo titolo?
“Perché suona bene e perché glaciazione e disgelo sono movimenti lenti ma inesorabili. Perché ‘L’era glaciale’ viene prima delle ‘Invasioni Barbariche’ e dei ‘Tempi Moderni’, i miei programmi ai quali sono più affezionata”.
Delle sue più recenti esperienze giornalistiche televisive, cosa porta in questo programma e quali novità vuole sperimentare?
“Porto il modo di fare televisione mio e del mio gruppo, in generale. Poi a seconda degli stimoli che ci verranno dalla nuova collocazione di Rete e di orario metteremo a punto il programma, puntata dopo puntata”.
Il suo programma sarà fatto di “incontri”. Incontri e non semplicemente “interviste”. Quanto è importante per lei questa sottile differenza e cosa significa nella conduzione?
“Il fatto che le interviste siano lunghe ne fa un incontro. In mezz’ora d’intervista c’è il tempo di domandare ma anche di scoprire e fare accadere”.
Come sceglierete gli ospiti, e perché proprio quelli?
“A seconda del clima, inteso come qualcosa che c’è nell’aria, nel mondo dell’informazione, della cultura, dello spettacolo, che fa sì che arrivi il momento giusto per ogni ospite. Alcuni hanno un progetto da raccontare, altri magari non li conoscevo e sono curiosa di incontrarli per raccontarli al pubblico”.
Che “limite” si è data nel domandare? In altre parole, non teme il rischio di essere “condiscendente” nei confronti degli ospiti?
“Sinceramente no, il rischio della condiscendenza non penso di correrlo. Il limite è quello della correttezza: c’è chi ha le spalle larghe e può rispondere a qualunque cosa, chi meno, e va protetto”.
Lei ha cominciato a lavorare nel 1991 a “Milano Italia”, poi si è occupata di cultura e ha “attraversato” anche l’intrattenimento, il reality. Ed è tornata al giornalismo, anche televisivo. Cambierebbe qualcosa del proprio iter se tornasse indietro?
“Tutto mi ha insegnato qualcosa , ‘Je ne regrette rien’ come cantava Edith Piaf: anche se non credo che sentirei tanto la mancanza di un paio di programmi che ho condotto per breve tempo, come La Fattoria o Corto Circuito.”
“C’è chi ha qualcosa di nuovo da raccontare e c’è anche chi non conosco, ma sono curiosa di incontrare”. Curiosità e novità: Daria Bignardi sintetizza così l’ “anima” del suo “L’Era glaciale". Un titolo “scelto – dice – perché suona bene e perché glaciazione e disgelo sono movimenti lenti ma inesorabili. Perché ‘L’era glaciale’ viene prima delle ‘Invasioni Barbariche’ e dei ‘Tempi Moderni’, i miei programmi ai quali sono più affezionata”.
Dodici puntate, un’ora e mezza di “incontri” con tre o quattro interviste a personaggi legati all’attualità della politica, dello spettacolo, della cultura e dello sport. Parole, ma anche immagini dalle Teche Rai e servizi prodotti dal gruppo di lavoro della Bignardi che promette di portare su Raidue il proprio sguardo sul mondo: curioso, a tratti tagliente e ironico, ma sempre garbato. Il progetto prevede anche una ripresa dopo l’estate e un ciclo di prime serate.
Il programma - realizzato dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano nello studio M1 di Via Mecenate – è aperto da una sigla firmata da Gipi, uno dei nomi più apprezzati della graphic novel europea, alla sua prima animazione.
Curiosità e novità che si mescolano nelle scelte degli ospiti della prima puntata: Luciana Littizzetto, Giovanni Galli, Roberto Mancini e Roberto Bolle.
“Mi piacerebbe mettere Luciana Littizzetto accanto alle migliori giornaliste italiane” ha scritto una corrispondente del Financial Times. E partendo da questa definizione provocatoria, Daria Bignardi incontra la Littizzetto e il suo sguardo sull’attualità.
L’ex portiere Giovanni Galli - appena candidato da Silvio Berlusconi a Sindaco di Firenze – racconta invece, per la prima volta in tv, la sua nuova discesa “in campo”: dal calcio alla politica, mentre – dopo un anno di silenzio - l’allenatore Roberto Mancini parla della fine della sua storia con l’Inter.
Infine, cosa c’è nella danza e “oltre” la danza con un’intervista - ritratto al primo ballerino del mondo, Roberto Bolle.
L'INTERVISTA
“L’era glaciale”. Perché questo titolo?
“Perché suona bene e perché glaciazione e disgelo sono movimenti lenti ma inesorabili. Perché ‘L’era glaciale’ viene prima delle ‘Invasioni Barbariche’ e dei ‘Tempi Moderni’, i miei programmi ai quali sono più affezionata”.
Delle sue più recenti esperienze giornalistiche televisive, cosa porta in questo programma e quali novità vuole sperimentare?
“Porto il modo di fare televisione mio e del mio gruppo, in generale. Poi a seconda degli stimoli che ci verranno dalla nuova collocazione di Rete e di orario metteremo a punto il programma, puntata dopo puntata”.
Il suo programma sarà fatto di “incontri”. Incontri e non semplicemente “interviste”. Quanto è importante per lei questa sottile differenza e cosa significa nella conduzione?
“Il fatto che le interviste siano lunghe ne fa un incontro. In mezz’ora d’intervista c’è il tempo di domandare ma anche di scoprire e fare accadere”.
Come sceglierete gli ospiti, e perché proprio quelli?
“A seconda del clima, inteso come qualcosa che c’è nell’aria, nel mondo dell’informazione, della cultura, dello spettacolo, che fa sì che arrivi il momento giusto per ogni ospite. Alcuni hanno un progetto da raccontare, altri magari non li conoscevo e sono curiosa di incontrarli per raccontarli al pubblico”.
Che “limite” si è data nel domandare? In altre parole, non teme il rischio di essere “condiscendente” nei confronti degli ospiti?
“Sinceramente no, il rischio della condiscendenza non penso di correrlo. Il limite è quello della correttezza: c’è chi ha le spalle larghe e può rispondere a qualunque cosa, chi meno, e va protetto”.
Lei ha cominciato a lavorare nel 1991 a “Milano Italia”, poi si è occupata di cultura e ha “attraversato” anche l’intrattenimento, il reality. Ed è tornata al giornalismo, anche televisivo. Cambierebbe qualcosa del proprio iter se tornasse indietro?
“Tutto mi ha insegnato qualcosa , ‘Je ne regrette rien’ come cantava Edith Piaf: anche se non credo che sentirei tanto la mancanza di un paio di programmi che ho condotto per breve tempo, come La Fattoria o Corto Circuito.”
LOCANDINA
L’ERA GLACIALE
Condotto da Daria Bignardi
Un programma di Cristiana Mastropietro, Roberta Briguglia, Francesco Caldarola, Francesca Filiasi, Silvia Galeazzi, Giovanni Robertini
Scenografia Francesca Montinaro
Direttore della fotografia Ferdinando Cermenati
Direttore di produzione Giovanni Perani
Per Endemol Stefania Raya
Produttore Esecutivo Eraldo Mangano
Regia Fabio Calvi
LA DIREZIONE PRODUZIONE TV RAI PER “L’ERA GLACIALE”
Una scenografia essenziale e ricca di effetti: così Francesca Montinaro – che firma la scenografia – ha disegnato lo Studio M1 del Centro di Produzione Tv Rai di Via Mecenate a Milano. Un impianto avvolto dalla struttura semicircolare di un ciclorama trasparente - sovrapposto ad uno sfondo dorato – sul quale verranno proiettate immagini e simboli. Altre immagini olografiche, inoltre, animeranno i pannelli sospesi al soffitto dello studio.
Lo spazio per il pubblico (circa 150 persone) sarà diviso in due settori e rivolto verso la pedana centrale, una struttura che richiama la forma di tronchi d’albero: qui avverrano gli incontri di Daria Bignardi con gli ospiti del programma.
Particolare cura, infine, sarà dedicata alla ripresa televisiva, realizzata con sette telecamere, utilizzate con movimenti lenti, a sottolineare, anche visivamente, lo spirito garbato del programma.